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Il tè bianco di Fuding

Il tè bianco di Fuding, raro ed esclusivo, sta guadagnando popolarità tra i consumatori di tutto il mondo grazie alla sua qualità superiore e alla tradizione artigianale cinese: noto per i suoi germogli argentati e la dolcezza in tazza, rappresenta solo il 3% del mercato mondiale, ma la sua domanda è in costante crescita.

Gabriella Lombardi
Gabriella Lombardi
tè bianco

Eleganti, rari ed esclusivi, i tè bianchi cinesi sono una categoria ancora di nicchia, molto ricercata e costosa, il cui fascino sta crescendo tra i consumatori di tutto il mondo.

Una combinazione unica data da piante di tè particolari, quattro specifici standard di raccolta e un’abilità artigianale nella produzione tramandata da secoli: questi sono i fattori che hanno contribuito al successo internazionale di questa eccellenza cinese, svelata all’Occidente per la prima volta durante il Panama Pacific International Expo tenutosi a San Francisco nel 1915. Da questo momento in poi, la bellezza di questi germogli argentati e la dolcezza in tazza hanno continuato a stimolare la costante domanda di questi tè raffinati.

Per tradizione, in Cina i tè di alta qualità vengono classificati in sei macro-categorie, in base alla colorazione che le foglie e il liquore (tecnicamente il tè infuso, pronto per essere degustato) assumono in seguito alle diverse fasi di lavorazione.

I tè verdi sono i principali in termini di volume di produzione, seguiti dagli wulong, dai neri fermentati, dai rossi ossidati e, per concludere, dai bianchi e dai gialli. A volte viene citata un’ulteriore categoria, quella dei tè profumati, ottenuti dal contatto naturale e diretto tra le foglie dei tè di diverse famiglie con fiori freschi, come gelsomino, rosa, osmanthus, orchidea, magnolia e altri ancora. 

Le tecniche tradizionali di lavorazione del tè cinese, tra cui quelle dei tè bianchi di Fuding, sono state inserite nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO nel novembre 2022. 

I tè bianchi sono una categoria eccezionale che rimane esclusiva e circoscritta. 

I dati forniti dall’International Tea Committee (ITC) mostrano, infatti, che i tè bianchi rappresentano circa il 3% del mercato mondiale. 

tè bianco

L’ORIGINE DEI TÈ BIANCHI 

Perché questi tè sono chiamati bianchi? In primis perché sono il risultato di una particolare lavorazione che prevede solo l’appassimento e l’essiccazione, ma soprattutto per il loro aspetto visivo. I germogli utilizzati sono densamente ricoperti da una lanugine argentata che conferisce loro un aspetto chiaro e setoso. Questo riferimento a colori bianchi e argentei è l’elemento chiave per comprendere e identificare questi tè unici. 

Le migliori piante per produrre il tè bianco crescono nel nord-est della provincia del Fujian, nei distretti di Fuding, il più famoso, e di Zhenghe. Successivamente, sono state introdotte anche nei vicini Jianyang e Songxi. 

Le due varietà locali tradizionali sono chiamate Fuding Da Bai e Bai Hao e Zhenghe Da Bai e Bai Hao.

La scienza e la ricerca sul tè hanno sfruttato queste varietà eccezionali per sperimentare nuovi importanti incroci che hanno permesso lo sviluppo di oltre 30 nuove cultivar.

Queste ultime sono state introdotte in altre aree di coltivazione, site anche al di fuori del Fujian, per aumentare la produzione di questa famiglia di tè pregiati. Tuttavia, il terroir d’origine rimane importante in quanto trasmette il riferimento geografico, il che spiega perché un tè bianco “Fuding Silver Needle” abbia un prezzo più elevato di un “Silver Needle” proveniente da qualsiasi altra località. 

Fuding è diventata così la città natale del tè bianco, ospitando a fine novembre 2023 la prima conferenza internazionale sul tè bianco, coordinata dalla Camera di Commercio Cinese, per celebrare il primo anniversario dall’inserimento nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO.

Grazie al contributo di numerosi esperti nazionali e internazionali, si è cercato di esplorare nuove strategie di marketing per promuovere in modo più proattivo questi tè eccezionali nel prossimo futuro. Una grande conquista è stata sicuramente la creazione di due nuovi codici doganali specifici per il tè bianco, in vigore da gennaio 2024, che faciliteranno la diffusione, riducendo le difficoltà di import e export. Finalmente il tè bianco, da un punto di vista commerciale, sarà dotato di un proprio “passaporto” per viaggiare lontano verso le case dei suoi estimatori in tutto il mondo.

Inoltre, è stata decisa una mappatura tramite droni del territorio per implementare la tracciabilità dal giardino alla tazza, la garanzia di alti standard di qualità e di sicurezza alimentare, l’affidabilità di acquistare e bere un tè bianco Fuding autentico.

tè bianco

QUALITÀ DEI TÈ BIANCHI 

Nei mercati occidentali, molti consumatori potrebbero non essere a conoscenza dei vari dettagli tecnici della descrizione del prodotto. Pertanto, grazie a questi nuovi protocolli, si avrà una maggiore sicurezza che il tè acquistato e il prezzo pagato siano appropriati. 

Nel prossimo futuro, grazie alla tracciabilità, i criteri principali che i consumatori vorranno conoscere saranno l’ubicazione del giardino del tè, il grade (o classificazione del raccolto), la data di produzione e, naturalmente, la cultivar di Camellia Sinensis utilizzata.

L’indicazione di questi elementi nella descrizione del prodotto saranno una garanzia di autenticità e qualità e incoraggerà gli amanti del tè a sviluppare una maggiore fiducia, fidelizzandosi.

Ma come vengono classificati i vari tè bianchi e come varia lo standard di raccolta?

Il tè di qualità superiore, chiamato Bai Hao Yin Zhen o Silver Needle, viene prodotto raccogliendo solo il germoglio. 

È importante notare che queste gemme primaverili sono disponibili solo per un periodo molto limitato e si calcola che ne servano circa 120.000 per ottenere 1 kg di tè finito, motivo per cui i famosi “aghi d’argento” sono tra i tè più rari e costosi al mondo.

Il secondo grado, noto come Bai Mu Dan o White Peony, consente di cogliere la gemma più una o due foglie che devono essere ancora un po’ lanuginose, molto giovani e tenere.

Il Bai Mu Dan è ancora un raccolto primaverile ed è di ottima qualità. Lanciata nel 1922, questa nuova qualità di tè bianco consente la raccolta nelle settimane successive al raccolto precoce delle gemme ad ago argenteo.

Il terzo grado viene chiamato Gong Mei e prevede la raccolta del germoglio fino alle prime tre foglie, seguito dallo Shou Mei, il quarto grado, dove si seleziona anche la quarta foglia.

Queste due ultime tipologie di tè bianco si riconoscono per il colore più intenso e scuro delle foglie e per un liquore arancio intenso, ricco e corposo, senza rinunciare alla morbidezza tipica di questa famiglia di tè. Spesso i tè bianchi vengono pressati e destinati all’invecchiamento. Un vero trend emerso negli ultimi 10-15 anni vede i Fuding Aged White Teas, come tè per cultori alla ricerca di annate specifiche per degustazioni verticali raffinate ed esclusive.

TÈ BIANCHI DI ALTRI PAESI PRODUTTORI 

La sfida di produrre tè bianchi di qualità si è diffusa in molte altre zone di produzione del tè, come il Vietnam, lo Sri Lanka, il Darjeeling o il Sikkim indiani, il Nepal, il Kenya, il Rwanda e il Malawi.

Si tratta di prodotti con caratteristiche ben diverse rispetto ai terroirs cinesi, ma sicuramente degni di nota e adatti a soddisfare la ricerca di una bevanda nota per i suoi effetti benefici sulla salute, come le proprietà antiossidanti, disintossicanti e antinfiammatorie.

Per concludere, a seconda della composizione del raccolto, della freschezza o della stagionatura, della provenienza, il tè bianco regala note mielate, floreali che gradualmente diventano più fruttate, legnose o addirittura medicinali. Insomma, un piccolo mondo sensoriale ancora poco conosciuto ma destinato a regalarci grandi emozioni.

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