Il suolo vulcanico delle Hawaii: un paradiso per il tè
Un nuovo terroir emergente da tenere monitorato con interesse si trova nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico, alle Hawaii. Scopriamolo insieme!

Il tè, come ben sappiamo, viene coltivato principalmente in Asia: Cina, Taiwan, India, Giappone e Sri Lanka, solo per citarne alcuni, sono i principali Paesi di produzione a livello mondiale. In questi territori il perfetto equilibrio tra clima ottimale, tradizioni e cultura ha permesso all’industria del tè di prosperare da secoli. In parallelo, un nuovo terroir emergente da tenere monitorato con interesse si trova nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico, alle Hawaii.
Queste isole si stanno affermando come luogo fuori dall’ordinario, di tendenza e anticonformista per coltivare il tè.
Questo arcipelago è composto da otto isole: Oahu, Maui, Kauai, Molokai, Lanai, Kahoolawe, Niihau e l’isola delle Hawaii (la Big Island). Soprattutto a Big Island, Maui e Kauai, i terreni vulcanici fertili, acidi e con un buon drenaggio, l’altitudine, l’umidità dal 75 al 90% creano degli ecosistemi ottimali per la lavorazione di diverse varietà di tè. Il cuore dell’industria della coltivazione del tè delle Hawaii si trova a Big Island, in particolare sul lato est di Hilo.
UN PO’ DI STORIA
La pianta del tè fu introdotta per la prima volta alle Hawaii intorno al 1887 nella speranza che diventasse una coltura diffusa e redditizia come quella dell’ananas e della canna da zucchero. Da allora, i diversi tentativi fallimentari di commercializzare il tè prodotto a Kauai e nella regione di Kona a Big Island furono attribuiti ad un costo non sostenibile e troppo elevato se paragonato a quello più contenuto e competitivo dei principali Paesi coltivatori di tè.
È stato così fino agli anni ’80 quando una nuova generazione di agricoltori ha riesplorato l’idea della coltivazione del tè su scala commerciale.
L’IMPORTANZA DELLA RICERCA SCIENTIFICA
In questi ultimi decenni, inoltre, il College of Tropical Agriculture and Human Resources dell’Università delle Hawaii ha contribuito alla ricerca e a identificare le cultivar più adatte. Grazie a questo importante sostegno, in poco meno di trent’anni sono nate una dozzina di piccole piantagioni, di cui una piccola parte di queste produce con continuità piccoli lotti di tè di qualità.
Grazie alle attente osservazioni preliminari e ai test eseguiti dall’istituto di ricerca, sono stati identificati tre cloni che meglio si adattano all’unicità del microclima hawaiano:
Bohea
Questa pianta vigorosa, originaria dei monti Wuyi, (Fujian, Cina), ha una statura compatta e foglie piccole, leggermente ovali. Ha una buona resistenza agli attacchi dei parassiti ed è relativamente facile da propagare per talea. La Bohea è adatta alla trasformazione in tè wulong (>65% di ossidazione, da piante coltivate ad alta quota) o in tè nero (coltivato a bassa quota).
Yabukita
Questa cultivar giapponese è la più consigliata per la lavorazione del tè verde e del tè wulong a bassa ossidazione. Si adatta ai terreni più aridi e ad altitudini superiori ai 1.500 metri. Presenta foglie allungate e seghettate, internodi lunghi e uno sviluppo verticale.
Yutakamidori
È un’altra cultivar giapponese adatta alla produzione del tè verde caratterizzato da un sapore molto delicato e dolce. Questa varietà è adatta per resistere ad altitudini superiori ai 1.500 metri, con un clima relativamente secco. Ha internodi lunghi, una buona resa di produzione ed è relativamente facile da propagare per talea.
Attualmente altri cloni sono in fase di sperimentazione e quelli promettenti saranno presto testati sul campo.
NOTE DI DEGUSTAZIONE
Il tè hawaiano è particolarmente degno di nota per due motivi. Prima di tutto, poiché tutto il tè viene essenzialmente coltivato su suolo vulcanico, le foglie assumono un sapore e profilo aromatico unici e ben distinti. In tazza il colore del liquore è brillante e chiaro e offre note agrumate e una sottile dolcezza che ricorda il miele.
Inoltre, coerente con lo spirito alternativo e hippie che contraddistingue le Hawaii, ogni singolo giardino ha il proprio metodo di coltivazione e stile di produzione. Essendo un nuovo Paese produttore senza una cultura del tè radicata e di lunga data, i contadini non aderiscono a un particolare tipo o metodo di lavorazione e, quindi, sono liberi di sperimentare.
Le aziende sono spesso piccole e a conduzione familiare, coltivano tè di alta qualità praticando un’agricoltura sostenibile. La raccolta delle foglie viene effettuata a mano e la lavorazione, non seguendo rigidi standard, può variare a seconda delle tecniche tradizionali o innovative prescelte. Tra le famiglie di tè reperibili sul mercato troviamo il tè verde, il tè nero, i tè in stile wulong. Ognuno offre caratteristiche uniche e una persistenza che può variare dalla più delicata e floreale a quella più robusta e leggermente terrosa.
LE PRINCIPALI PIANTAGIONI DI TE’
Ci sono diverse aziende, circa una dozzina, che producono il tè nelle Hawaii.
Sull’isola Hawaii (o Big Island) tra le realtà più significative, abbiamo Big Island Tea, fondata nel 2001 da Eliah Halpenny e Cam Muir.
Questa azienda a conduzione familiare si trova nella foresta che cresce rigogliosa sulle pendici nord-orientali del vulcano Mauna Loa. La raccolta e la lavorazione sono completamente manuali, non vengono utilizzati pesticidi e i titolari Eliah e Cam hanno coinvolto anche una cooperativa agricola di piccoli produttori per sostenere lo sviluppo della comunità locale.
Tra i tè prodotti in piccoli lotti, spiccano il tè nero dall’intenso aroma di agrumi, ciliegie e caramello e il tè verde cotto in padella, più fresco e leggero con note floreali, vegetali e leggermente agrumate.
I coniugi Eva Lee e Chiu Leong gestiscono Tea Hawaii & Company , un piccolo angolo di paradiso nascosto nella foresta pluviale. Producono il tè bianco Forest White – dolce e floreale, ombreggiato naturalmente dagli alberi di ohia e dalle felci che crescono in armonia con la Camellia Sinensis –, il Volcano Green – con le tipiche note vegetali e tostate date dalla cottura in padella ma con un tocco esotico caratteristico di questo terroir – , il Mauka Oolong – morbido e con note di papaya e miele – e, per concludere, il Makai Black – prodotto in collaborazione con John Cross, un altro coltivatore pionieristico di tè. Negli anni ’80 Cross, precedentemente impegnato nella produzione di canna da zucchero, venne incaricato di trovare nuove colture adatte alla riconversione dei terreni e fu così che provò a piantare due diverse varietà di Camellia Sinensis e Assamica sulle pendici del vulcano Mauna Kea, sulla costa orientale di Hāmākua.
Il Makai (che significa “rivolto verso il mare”), prodotto da Cross in partnership con Tea Hawaii & Company, è un tè nero prodotto artigianalmente con foglie di Camellia Sinensis e Assamica che, mescolate e infuse, rilasciano un liquore ambrato e cristallino. Il profilo gustativo di questo tè è morbido e raffinato, senza astringenza o amarezza. Il corpo è medio e al naso regala note delicate di caramello, malto, cioccolato e un leggero sapore di patata dolce arrostita. Il nome di questo tè che cresce di fronte all’oceano ci rimanda l’immagine di cespugli di un verde smeraldo intenso e, sullo sfondo, di acque azzurre scintillanti della costa hawaiana.
Spostandoci sull’isola di Maui, incontriamo Maui Tea Farm.
UN PICCOLO GIARDINO DELL’EDEN
Oltre a coltivare tè ed erbe curative per le tisane, i proprietari dell’azienda Alex e Andrea de Roode hanno piantato molti alberi da frutto e ortaggi, tra cui arance, mandarini, limoni, mele, pere, litchi, avocado, olive, mirtilli, zucca, cavolo, patate, ravanelli e rucola. Gli aromi di questi frutti e ortaggi hanno ovviamente un impatto sui piccoli lotti del tè nero Haleakalā, già vincitore di numerosi premi internazionali. Haleakalā significa “casa del sole” nella lingua hawaiana ed è il nome del vulcano dormiente di Maui Est dove crescono le piante di Camellia Sinensis. La flora locale e il terreno arricchito dai minerali depositati da storiche colate vulcaniche ci regalano un tè con sentori di albicocca, caramello e miele, accompagnate da un tannino morbido e da leggere note salate.
Pur non essendo un produttore diretto e pur avendo sede negli Stati Uniti, Tealet è un’azienda che collega tanti altri micro produttori di tè delle Hawaii con i consumatori nord americani e di tutto il mondo attraverso una piattaforma di vendite online. La rete creata da Tealet è composta da aziende agricole a conduzione familiare e cooperative indipendenti in 8 diversi Paesi e 15 diverse regioni di coltivazione, tutte con una dedizione al proprio mestiere e alle proprie comunità. Attraverso video e numerose informazioni, è davvero possibile seguire tutto il processo produttivo dal campo alla tazza, tè hawaiano incluso.
Per tornare sull’arcipelago, l’alto costo della manodopera, un metodo di coltivazione quasi olistico, piccole porzioni di terra curate con il massimo impegno di ogni agricoltore nel creare uno stile di tè tutto hawaiano, fanno sì che l’attenzione sia rivolta a una produzione limitata e di alta qualità. Manca solo Tom Selleck e il tè di Magnum P.I. è servito!
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