Il vino poliedrico: l’abbinamento che sorprende in cucina e nel calice
Scoprite l'incanto dell'abbinamento cibo-vino in un viaggio culinario unico: esplorate il potere del vino sia nel piatto sia nel calice. Sperimentiamo gusti sorprendenti per un'esperienza enogastronomica in cui il vino diventerà il complice segreto di ogni boccone e sorso.
Cari buongustai, oggi vi porteremo in un viaggio culinario che coinvolge i vostri sensi e la vostra fantasia. Chi l’ha detto che il vino è adatto solo ad accompagnare il cibo? Abbiamo una sorpresa per voi: il vino stesso può essere l’ingrediente segreto che trasforma un piatto in un’esperienza indimenticabile. Preparatevi a penetrare i meandri dell’abbinamento cibo-vino, dove il nettare degli dei diventa anche il cuoco della vostra tavola. E se l’abbinamento vi ossessiona e volete altre idee, non perdetevi il nostro articolo che vi farà esplorare il meraviglioso mondo degli abbinamenti con il tè.
Ci chiediamo cosa possa eccitare i sensi più del perfetto abbinamento tra un piatto raffinato e un vino pregiato? Una famosa chef francese, Julia Child, diceva che “in cucina, come in amore, devi fidarti dei tuoi sensi” e noi non potremmo essere più d’accordo. Ma oggi andremo oltre, perché non stiamo solo parlando solo di degustare un buon vino mentre si assapora un piatto delizioso, ma di un’esperienza culinaria che unisce il vino sia nel piatto cucinato che nel bicchiere. E se questo esperimento vi stuzzica, perché non tentare poi di ripetere con la cucina brassicola? Cosa intendiamo? Sì, che si può cucinare anche con la birra, scoprite qui quante bontà.
Forse vi chiederete come è possibile utilizzare lo stesso vino sia per cucinare sia per degustare. Bene, in cucina le possibilità sono infinite e la creatività non conosce confini, basta saper osare, in questo caso vi chiediamo uno sforzo assolutamente non estremo. L’accoppiata cibo-vino con un unico vino è infatti una delle più facili forme di abbinamento, con un solo prodotto vi trovate tutto pronto…scelto il vino, sarà tutto fatto…via il dente, via il dolore no?
Quando il vino viene utilizzato sia nel piatto cucinato che nel bicchiere a tavola, si crea una sinergia unica. Le note aromatiche del vino si fondono con gli ingredienti, creando una danza gustativa che esalta sia il piatto che il calice. È come se il vino, con la sua personalità, prendesse vita sia sulla tavola che nel palato, regalando un’esperienza enogastronomica completa e coinvolgente.
PARTIAMO DALL’INIZIO: I PRIMI
Piatti a base di vino popolano la tradizione popolare e non solo; chef stellati e osterie gourmet non smettono di sperimentare sapendo che il vino esalta il sapore dei sughi e rende raffinate molte preparazioni. Non vogliamo parlare però della semplice “sfumatura” del riso che tosta o della carne che rosola, no…ci addentriamo in ben più ricchi condimenti.
Il risotto resta uno dei piatti che meglio regge il confronto con il vino: non uno scontro, ma un meraviglioso connubio che dona sapore e ricchezza al piatto. Pensiamo certamente al classico risotto al Barolo, in omaggio al vino piemontese, ma perché non spostarci su una variante originale? Un buon risotto al vino rosso Valcalepio e formaggio ci stuzzica il palato. Con il Valcalepio DOC Rosso Riserva Colle Calvario di Castello di Grumello farete un figurone, perché il suo corpo intenso accompagnerà nel bicchiere il vostro piatto, in un tripudio di cremosità. Sapete che la provincia di Bergamo è una delle province italiane con maggiore varietà di formaggi? Ottimo motivo per sceglierne uno locale, perfetto per arricchire il risotto preparato con questo rosso ampio e speziato.
Un altro classico della tradizione è il risotto al Lambrusco con fegatini di coniglio, che nasconde il suo segreto nella tostatura del riso (vialone nano, giusto?): per un paio minuti nell’alluminio, a secco e con calore piuttosto deciso, fatelo diventare rovente per poi versare il lambrusco tutto insieme, fuori dalla fiamma. Sublimerà al contatto con il riso, ribollendo immediatamente. Le spezie poi, noce moscata in prima fila, saranno il perfetto legante con il sapore caratteristico dei fegatini.
Se invece siete amanti del bianco? Ci spostiamo in Trentino Alto-Adige a provare la famosa zuppa di vino della Valle Isarco, un piatto scalda cuore che si arricchisce in cremosità grazie alla panna e, pensate un po’, ai tuorli d’uovo. Ma se volessimo renderlo un piatto “nazionale”? Attraversiamo tutto lo stivale e proviamo a prepararlo con un vino che arriva dalla calda e assolata Sicilia. Lo #Schietto Chardonnay Bio 2016 della cantina Dei Principi di Spadafora sarebbe la perfetta alternativa ai più classici pinot bianco o sylvaner, più legati al territorio altoatesino.
Ma non vogliamo lasciarvi a bocca asciutta dopo poche ricette: abbandonatevi alla creatività – non diceva forse il grande Pellegrino Artusi che “la cucina è un’arte che richiede passione, ma anche una buona dose di intraprendenza”? Provate ad esempio a preparare la pasta fresca con il vostro rosso preferito: noi ci cimenteremo con delle Tagliatelle di semola di grano duro e vino Castello, direttamente dalla cantina Podere Palazzo. La morte sua? Un sugo profumato di carne cotta nel pomodoro, magari selvaggina per dare un tocco ancora più caratteristico.
E non ci fermiamo: spaghetti all’Aglianico, pasta alla boscaiola o linguine al vino bianco, una vera delizia per gli amanti delle bivalvi, al vostro pescivendolo di fiducia la scelta di quale, che siano le più fresche del giorno!
IL SECONDO UBRIACO
Quando si vuole cucinare in grande, i secondi arrivano dopo antipasti e primi, ma a volte bastano da soli a rendere unico il vostro pasto. Quando non si vuole esagerare con pranzi degni di Lucio Licino Lucullo, ma non si può sfigurare, bisogna puntare proprio sul secondo.
Affoghiamo una buona dose di manzo e pancetta in un rosso corposo, ricco e moderatamente tannico per un classico francese, ma ben naturalizzato in Italia. Parliamo del boeuf bourguignon (manzo alla borgognona, ci siamo capiti vero?), ovviamente eccellente con un vino natìo della Borgogna, ma perché non provarlo con un prodotto tutto italiano? Intingoli prodotti dalla carne, dalle cipolline e dai funghi trifolati, infatti, saranno perfettamente legati da uno Schietto Merlot BIO di Dei Principi di Spadafora. Accompagnatelo con patate al forno e il pranzo è completo!
Un piatto toscano, invece, potrebbe trovare nella vicina Romagna il suo compagno di viaggio: la carne di muscolo che si sceglie per il peposo dell’Impruneta viene esaltata dalla preparazione con il Sangiovese Dulcamara di Podere Palazzo. Conosciuto anche come peposo dei fornacini, era preparato proprio dagli addetti alla cottura dei mattoni nelle fornaci che cuocevano la carne in un tegame di terracotta posto all’imboccatura del forno, per ottenere una cottura molto lenta. Anche oggi questo vuol dire pazientare e lasciare cucinare la carne per 2 (meglio 3) ore almeno.
Per i vegetariani il vino rosso è un eccellente alleato per una marinatura d’eccezione. Scegliete un vino morbido e speziato, come l’ IGT Bergamasca Rosso Burdunì di Castello di Grumello, che si sposa benissimo con l’aroma sapido della salsa di soia. Questo mix profumato sarà la base per un piatto di tofu al vino rosso e timo, da accompagnare con la vostra migliore ratatouille; il piccolo Remy sarà molto fiero di voi!
GOURMET SENZA LIMITI
Le possibilità in cucina, l’avrete capito, sono tante e potremmo riempire le pagine dei vostri ricettari: pensate solo ad un aperitivo con degli ottimi taralli preparati con un bianco fresco e agrumato, come Rivola di Podere Palazzo oppure ad un dolce per stupire i vostri commensali. Tenetevi forte: zabaione allo spumante caldo e profumato, preparato con Enrica Spadafora Brut Nature, una tazza delicatissima, in cui immergere fragranti e burrosissimi biscotti di meliga.
Come dicevamo, questi vini saranno parte degli ingredienti delle vostre ricette e poi torneranno ad accompagnare il vostro assaggio, serviti nel bicchiere.
Adesso niente indugi e correte ai fornelli… noi siamo sempre disponibili per un assaggio.
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