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Natale con i tuoi, Pasqua in un Biergarten!

Ecco a voi le sei migliori mete per un Natale con i tuoi, Pasqua in un Biergarten!

Simone Massenza
Simone Massenza
biergarten

Immagina: ampie spiagge sabbiose, mare cristallino, tucani e parrocchetti che si rincorrono fra le alte palme, il rumore della risacca che ti culla, solleone tropicale, il profumo della crema solare sulla pelle ed una leggera brezza che scompiglia i capelli. Bello, eh? 

Bene, in Germania scordatevi tutto questo

Temperatura media invernale, 0°c, temperatura minima, -27°c, gelide correnti che si abbattono dall’Atlantico, dalla Scandinavia e perfino (ma perché farsi mancare qualcosa?) dalla Siberia (e senza montagne a difenderla, la Germania è piatta come una tavola da surf), temperatura massima, 5°c, e precipitazioni un giorno su tre (quando non nevica abbondantemente). 

Pare evidente che in questo habitat, più adatto a letarghi nelle stube che alla socialità (pensate quando non c’era Netflix), l’Alemanno aneli la primavera come un’oasi nel deserto. Per l’esattezza aprile, quando riparte la stagione venatoria, si torna a vivere all’aperto ed impazzano i Frühlingsfest (letteralmente, Festa di Primavera), una sorta di Oktoberfest fuori stagione. 

Ma più di tutto, la riapertura di uno dei simboli brassicoli teutonici per eccellenza: i Biergarten

QUANDO UN DIVIETO AGUZZA L’INGEGNO 

Tutto nasce dal fantomatico (e quasi sempre citato a sproposito) Reinheitsgebot, l’Editto di Purezza di Guglielmo IV dei Wittelsbach, Duca di Baviera, che nel 1516, ad Ingolstadt, sancisce, fra le altre cose, il divieto di brassare fra San Giorgio (23 aprile) a San Michele (29 settembre), stanco di rincorrere gli innumerevoli incendi che colpiscono le città d’estate. 

All’epoca si brassava a fuoco vivo in edifici di legno; un po’ come guidare a fari spenti nella notte, come avrebbe detto Battisti. I birrifici, per evitare la bancarotta, iniziano a produrre ed accumulare birra da marzo (la famosa Märzen). 

Ma come mantenerla, in un mondo privo di frigorifero, e traghettarla, buona e sana, fino all’autunno?  I nostri Bavaresi si ingegnano, ed iniziano a scavare delle Keller (cantine) adiacenti ai loro birrifici, lungo tutto il fiume Isar. Poi, novelli rabdomanti del freddo, coprono gli argini del fiume con ghiaia, e piantano una selva di ippocastani per garantire, grazie alle folte ed immense chiome latifoglie, un’adeguata copertura ombrosa. Da lì il passo è breve, finché, cresciuti gli alberi (circa 30 cm/anno), allestiscono questi spazi con tavoli e panche, ed iniziano a mescere fresca e dissetante birra, spillata direttamente dai Lager (magazzini) sottostanti.  L’ombra degli ippocastani, la brezza fresca dell’Isar, la vista dell’acqua che scorre placida sono un’attrazione irresistibile, nella calura estiva, per i Münchener, e ben presto i Giardini della Birra” diventano sempre più popolari. 

Tanto da spingere i birrifici e gli osti del Centro storico di Monaco, in penuria di clienti nei mesi primaverili ed estivi, a lamentarsi, petizion-muniti, presso il Re di Baviera. Sua Maestà Massimiliano I Giuseppe, in tutta risposta, emana il Bayerische Biergartenverordnung (ordinanza sui biergarten bavaresi), che vieta di servire, in questi giardini, cibo o bevande differenti dalla birra (concessi solo pane e bretzel; si dovrà pur sempre “asciugare”), e di permettere agli avventori di portarsi le vettovaglie da casa. Da quel lontano 1812 i Biergarten si sono sempre più affermati e consolidati, divenendo, non solo simbolo di Monaco e della Baviera, ma di tutta la cultura germanica, Austria e Tirolo compresi, dove prendono il nome di Gastgarten (giardino degli ospiti). Ed in questo aprile, complice la Pasqua “alta” e le distanze facilmente copribili dall’Italia, quale occasione migliore per una gita fuori porta? 

Ecco a voi le sei migliori mete per un Natale con i tuoi, Pasqua in un Biergarten!

biergarten

  1. CHINESISCHER TURM, MONACO DI BAVIERA 

Costruita nel 1789 all’interno degli Englischer Garten (i giardini inglesi), precedentemente riserva di caccia dei Wittelsbach, oggi polmone verde della Città di Monaco, con 373 ettari che li rendono uno dei parchi cittadini più grandi al mondo (assieme a Central park ed Hyde Park), la Torre Cinese è una tappa immancabile per respirare la vera atmosfera di un Biergarten conservatore. 

Progettata su modello di una pagoda cinese situata nei londinesi Kew Gardens, in base ai dettami architettonici dell’epoca, è un baluardo della tradizione birraria. Qui potrete bervi una HB mentre le tipiche bande di ottoni (gli unici a poter salire sulla torre) suonano “Ein Prosit der Gemütlichkeitin sottofondo, o galoppare sui cavalli di legno della originale giostra d’epoca Bedermeier. 

Inoltre, da vero Biergarten tradizionale, mantiene la possibilità di sola mescita (con schiscetta da casa), facilmente distinguibile da tavoli con o senza tovaglia. 

  1. WEIHENSTEPHAN BIERGARTEN, FRISINGA

780 posti a sedere sembrano pochi accanto ai giganti di Monaco, ma chi ha detto che le misure contino sempre? 

Qui a Frisinga tocchiamo con mano la storia… e ce la beviamo pure! Sì, perché il Weihenstephan (Santo Stefano) è il più antico birrificio ancora attivo al mondo! Fondato come monastero nel 725, già nel 768 i frati producono birra a consumo interno, e nel 1040 ottengono dall’Imperatore Enrico III la licenza di vendita. Ben sedici le birre proposte dal Biergarten, complice l’essere adiacenti alla fabbrica (ti piace vincere facile?). 

Immancabili per un assaggio una fra le sei Weizen proposte.

  1. KÖNIGLICHER HIRSCHGARTEN, MONACO DI BAVIERA

Con i suoi 8.000 posti a sedere, è il più grande Biergarten, non solo di Monaco, ma di tutta la Baviera. 

Nato nel 1720 come proprietà privata ducale (fu allevamento di fagiani, luppoleto ed infine bachicoltura per la seta), nel 1784 Carlo II Teodoro, Duca di Baviera, lo trasforma in residenza di caccia privata, per poi aprire, nel 1791, la Jägerhaus (letteralmente “casa del cacciatore”, l’attuale struttura del Biergarten) a turisti e cittadini, liberi di assaporare un fresco boccale, accompagnato con qualcosa da mangiare, sotto l’ombra degli alberi. 

L’incredibile peculiarità di questo posto è la possibilità di sorseggiare birra ( König Ludwig, Augustiner o HB) osservando cervi rossi e daini (più di un centinaio), che si aggirano liberi nei 40 ettari della riserva, lì fin dai tempi della residenza di caccia ducale, da cui il nome  Königlicher Hirschgarten, giardino reale dei cervi. 

  1. FÄSSLAKELLER, BAMBERGA

Piccolo Biergarten, di soli 150 posti a sedere, in una delle capitali mondiali brassicole indiscusse. Ecco a voi il Fässlakeller. 

Lo storico birrificio Fässla (barilotto in dialetto locale) vede la luce nel 1649, ed oggi propone nei suoi giardini sei birre differenti, tutte rigorosamente di scuola ceco-tedesca, unite alle specialità della cucina della Franconia, come sgombri alla griglia o gamberi di fiume. 

  1. AUGUSTINER KELLER, MONACO DI BAVIERA

Il più antico biergarten del più antico birrificio di Monaco poteva forse mancare nella nostra to-do list? 

Parliamo dell’Augustiner Keller. Aperto nel 1812 dal birrificio Büchl, oggi scomparso, e rilevato nel 1862 dall’Augustiner (anno domini 1328), finiti i lavori di ristrutturazione, voluti dalla nuova proprietà, che porta la capienza a 5.000 posti a sedere, apre al pubblico nel 1896, e così rimane, senza cambiare un chiodo, fino ai giorni nostri. Un vero pezzo di archeologia brassicola! 

Peculiarità della casa? Birra Edelstoff (la Helles Special di Augustiner) servita direttamente dalla botte di legno attraverso lo Zwicklhahn, il tipico chiavistello del Mastro Birraio. 

  1. PRATERGARTEN, BERLINO

Il Prater, quello originale, si trova, ovviamente a Vienna, ma la sua versione berlinese è altrettanto vivace ed affollata. 

Non lasciatevi ingannare dalle grafiche delle insegne stile Santa Muerte e dalle atmosfere industrial; il Pratergarten è il giardino birrario più antico di Berlino, aperto nel 1837. Nessun servizio ai tavoli; si fa la fila, si ordina scegliendo fra le quattro birre della casa proposte (tutte rigorosamente spillate da botti di legno), e parte la caccia ad un posto libero fra i 600 disponibili. 

Questo Biergarten, famoso anche per i prezzi davvero nazional-popolari dei loro boccali (a partire da € 3,50 cad), possiede anche un palco all’aperto dove la Volksbüne (palco del popolo), una delle compagnie teatrali più innovative di Berlino, si esibisce. 

birra e amici

PICCOLI CONSIGLI DI VIAGGIO

Se volete vivere una vera esperienza in un vero Biergarten, la parola d’ordine è Maβ! Il Maβ (pronuncia mass) è l’unica unità di misura (1,069 l) in cui ordinare, spillare o servire una birra. Punto. Piccole e Medie le lasciate a casa, please. 

Ogni volta che si apre un fusto o una botte nuova viene suonata una campana, la stessa che, verso l’ora di chiusura, indicherà la possibilità dell’ultima birra. Stay tuned. Nei Biergarten (lo so, da latini fa strano) non esiste il vostro tavolo, ma solo grandi tavoli, che prima o poi si riempiranno di gente attorno a voi, ed inizieranno a parlare. Non siete in una sala da tè, non è Sette Anni in Tibet.

Spegnete lo smartphone e, complice il miracoloso potere alcolico del Maβ (vedi sopra), rompete il ghiaccio e iniziate a socializzare! Finirete (felici) per cantare abbracciati. 

Frohe Ostern!

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