Mulled Beer: a qualcuno piace caldo
Il lato “Hot” della birra, da condividere, con i nostri Cari, per i brindisi delle Feste
Il nostro immaginario collettivo, formatosi con decenni di pubblicità farcite di curve mozzafiato e quantità di ghiaccio da ospitare comodamente branchi interi di orsi bianchi e pinguini imperatore, relega la birra ad un habitat da post-glaciazione: gelida e trasudante, pronta ad essere bevuta.
Nulla di più falso.
La birra, anche se li porta dannatamente bene, è davvero agée (12.000 anni!!!), la refrigerazione…no.
WARM IS BEAUTIFUL
L’Uomo (escludendo Elsa di Frozen) imbriglia il freddo solo nel 1748, ed anche le prime ghiacciaie pre-frigorifero, vengono alla luce solo nel XVII sec. Per quanto possa stranirci, per millenni abbiamo bevuto, evidentemente, caldo ogni fermentato, senza distinzione fra vino, birra, sidro, ecc. La birra s’è sviluppata maggiormente in climi dal fresco a “Ötzi, ci sei ancora?”, penetrando a Nord ed a Est d’Europa, dove la povera vite non ce l’avrebbe mai fatta. Sono lande difficili, dal clima rigido e dal vento sferzante, con temperature che possono toccare i -30°C. Cosa di più bello di una tazza di birra calda, bevuta stretti stretti attorno al fuoco, che sappia inteporire le nostre membra?
E per calda intendo…calda davvero, come un Vin Brulè: 50°C-70°C di natalizia inebriante bontà zuccherina ed alcolica!
Signori ho il piacere di presentarvi la Mulled Beer, così si chiama, la bevanda perfetta per i vostri brindisi di quest’anno!
YULEØL, LA BIRRA CELTICA DEL SOLSTIZIO
Nata nella notte dei tempi, diffusasi fra le popolazioni celtiche europee, era la bevanda per celebrare lo Yule, solstizio d’inverno, uno degli otto Sabbat della tradizione pagana, i cui festeggiamenti si prolungavano dal 21 dicembre al 1 gennaio. In poche parole, il Natale prima del Natale (ancora oggi nelle lingue scandinave la parola “Natale” si dice “Jul”).
Le notti più cupe e paurose dell’anno (altro che Halloween), quando il freddo è al suo culmine e le ore di buio superano quelle di luce, passate a vegliare, con la speranza che il sole possa tornare con i suoi raggi salvifici.
Questa tradizione, come molte altre (l’albero, il vischio, l’agrifoglio), sopravvive alla cristianizzazione, creando quello che è il Natale moderno.
GOD SAVE THE HOT BEER
Se la capitale delle Birre di Natale è innegabilmente il Belgio, quella delle Mulled Beer è altrettanto sicuramente il Regno Unito (isole comprese, come recitava un sempiterno Guido Angeli in un noto spot 80’s, alias Irlanda e USA in primis), anche se ne troviamo dalla Repubblica Ceca, con le sue Teple Pivo (letteralmente “Birra Calda”, che fantasia…), alla Scandinavia con il Braggot, l’antesignana delle birre al miele.
In America, ad esempio, dove è maggiormente conosciuta come Hot Ale Flip, o semplicemente Flip, giunge con i primi Coloni come Sailor’s Drink, per poi diffondersi, a partire dal New England, in tutte le taverne portuali della sponda atlantica (George Washington ne era un grande estimatore… e soprattutto bevitore), aggiungendo alla ricetta anche panna, latte, uova o pane (la colazione del campione!).
Queste birre calde sono in gran voga dal Cinquecento all’Ottocento (everyone loves a Mulled Beer), riempiendo le coppe dai nobili salotti alle peggiori pub dei Docks, non solo durante l’Avvento, ma per tutto il periodo autunnale-invernale.
I Britannici hanno una parola stupenda per definirle: Winter Warmer, i “riscaldanti” dell’inverno, sottolineando questa utilità sia prosaica che spirituale.
Ce ne sono una infinità e per tutti i gusti, dal Lambswool, aromatizzato con mela, noce moscata e zenzero, al Posset, con latte e cannella.
Sono così diffuse ed utilizzate da essere citate, ricette comprese, in romanzi come “La Dodicesima Notte” di Robert Herrick o “Il Circolo Pickwick” di Charles Dickens.
Ogni ricetta prevede, oltre alla consueta base di birra, un utilizzo abbondante di spezie natalizie (cannella, noce moscata, ginepro, chiodi di garofano… le stesse dei biscotti dell’Ikea, tanto per intenderci…) e di zucchero (un tempo sostituito nel Vecchio Mondo dal miele, e nel Nuovo Mondo da melassa, sciroppo d’acero o zucca), e l’aggiunta di frutta e di qualche “Warmer” alcolico come rum, porto, sherry, madeira (che tanto piacevano agli albionici), per dare maggior forza alla nostra Mulled Beer.
NATALE E BULLISMO
La più iconica è sicuramente il Wassail (da “Wæs Hæl”, Buona Salute in Old English), una birra calda con spezie e mele tostate, che si portava di casa in casa, offrendola, benedicendo ed intonando canti di Festa (per la cronaca… i cori di ragazzi che cantano per Natale si chiamano ancora Yulesinger…). Col tempo il rito del Wassailing si tramuta in Mumping o Doleing (da “to mump” mendicare, o “to dole”, dare in elemosina), una notte all’anno, chiamata A-Gooding, in cui i derelitti potevano passare, di casa in casa, a chiedere la carità.
I padroni di casa offrivano loro cibo e doni (Good Things), ed i questuanti contraccambiavano con rametti di vischio o agrifoglio, canti natalizi e l’immancabile bicchiere di Mulled Beer!
Questa pratica venne probità nel Novecento, per evitare sia l’accattonaggio, che per sedare l’usanza dei poveri di vandalizzare casa (proprietari compresi) di chi gli negava l’offerta richiesta.
(Avete mai ascoltato DAVVERO cosa dice “We Wish You a Merry Christmas”, che commossi ed inconsapevoli facciamo cantare ad ingenui ed angelici bambini? “…vogliamo un buon dessert… non ce ne andremo finchè non ne avremo un po’, quindi portacelo!”. Bullismo in salsa natalizia.)
Rimase in vita, fino a noi, grazie all’adozione da parte di enti caritatevoli che, attraverso i canti di Natale fuori dall’uscio, chiedono donazioni per opere di bene (in pieno stile 50’s Golden Age di Hollywood di “La Vita è Meravigliosa” o “Miracolo sulla 34a Strada”, immancabili anche questo Natale. E se non li avete visti, provvedete!).
MULLED BEER: ISTRUZIONI PER L’USO
La tradizione, fra divieti ed avvento della refrigerazione, si sposta quindi sulle tavole imbandite per le Festività (ed in tempi più recenti in ogni mercatino natalizio), divenendo la bevanda natalizia per antonomasia, la “Nonna” di tutte le Birre di Natale moderne, spezie comprese.
Facilissima a farsi, ma dai risultati a dir poco gaudenti.
L’importante è scegliere la birra giusta, che dev’essere, tendenzialmente, forte, corposa, ricca, complessa ed alcolica (una buona parte dell’alcol, cuocendo, si trasformerà, volente o nolente, in Angels’ Share), ma soprattutto dolci!
E’ l’unica volta che, da Hop Addicted, me lo sentirete dire; segnatevelo.
Un consiglio? Provate con una delle creazioni del Duck Brewery, birrificio artigianale della provincia di Mantova, come Ottona, Tripel densa, corposa e speziata, Milky Murdock, Sweet Stout dolce e fruttata, o la Doppelbock, tostata e caramellata; tre anime diverse per la vostra Mulled Beer che sapranno darvi il giusto gusto ed aroma.
Basterà scaldare la birra scelta in pentola, sciogliervi lo zucchero, inserire le spezie che aromatizzeranno la nostra Mulled Beer, ed aggiungere la frutta, fresca o precedentemente caramellata al forno.
Venti, trenta minuti di cottura e le jeux sont fait!
E per renderla ancora più ricca ed avvolgente, potete aggiungere, a preparazione quasi ultimata, il distillato o il vino liquoroso che più gli aggrada, dal Cognac transalpino al nostrano Marsala.
Un piccolo trucco? Non fatela mai bollire ma solo sobbollire, lavorando quindi in un range di cottura fra i 70°C ed i 90°C, in modo da non perdere troppo vigore a causa dell’ebollizione.
A questo punto non vi resta che condividere il rito benaugurale del Wassailing con i vostri commensali: perfetta come fine pasto di corroboranti ed eroici pranzi e cene natalizie da Highlander (ne rimarrà solo uno), unica in abbinamento con i classici dolci dell’Avvento, stilosa come caldo ed alternativo brindisi di Capodanno.
IL RITO DEL WASSAILING
Versate la Mulled Beer in una grande bowl (che prende il nome di Wassailing Bowl). Con un mestolo riempitevi una coppa, alzate il vostro calice e gridate “Wassail!”, mentre gli altri ospiti vi risponderanno “Drinkai!” (da “Drink Hæel”, Bevi e sii sano). A questo punto bevete un sorso della vostra Mulled Beer, e passate la bowl al vostro vicino, scambiandovi un bacio (con o senza vischio), che ripeterà la liturgia propiziatoria.
Wassail a tutti voi!
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